Dall’inizio della pandemia, l’ospedale di Pavia ha avuto un ruolo importante nella lotta contro il virus, sia a livello regionale che nazionale; era ed è tuttora ritenuto un centro di fondamentale importanza.
Il Policlinico è sempre stato in prima linea in questa battaglia fin dal primo caso di contagio a Codogno: il paziente uno è stato infatti ricoverato proprio nella clinica pavese dove è stata confermata la sua positività. Da qui in poi la situazione è precipitata, facendo addirittura registrare una media di 300 ricoveri giornalieri a fine marzo 2020.
Per rispondere ai crescenti contagi, il San Matteo ha iniziato alcuni lavori di ristrutturazione ed espansione della struttura, al fine di creare nuovi posti letto per i ricoveri ma, soprattutto, per la terapia intensiva. Sempre qui sono stati fatti passi enormi per la cura del Covid-19. Tra i più noti, senza dubbio, l’idea e la sperimentazione della cosiddetta “plasma-terapia”, la quale consiste sostanzialmente nell’utilizzo del plasma di individui guariti dal virus e – di conseguenza – con organismi in grado di sviluppare anticorpi. Questo tipo di terapia, comunque, non è nuova ai medici; essa veniva infatti già usata prima dell’arrivo del Covid, seguendo processi di riutilizzo.
Per favorire il contrasto della pandemia ed incoraggiare la ricerca, diversi enti – pubblici e privati – hanno elargito svariate somme di denaro al Policlinico. Oggi il San Matteo continua la lotta vaccinando a ritmo sempre più serrato la popolazione. A questo fine, nuove sedi sono state allestite appositamente, come il centro vaccinale al Pala Campus.
Grazie alle vaccinazioni, i ricoveri giornalieri ed i casi di positività confermati sono in continua diminuzione: si è arrivati ad un solo contagio accertato il 25 giugno scorso nell’intera provincia pavese.