L’Onu, attraverso l’Agenzia Ipbes (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) aggiorna continuamente statistiche e cambiamenti dell’ecosistema e, purtroppo, i numeri dicono che la situazione è in netto peggioramento.
Questo è quanto sostiene una relazione di esperti dalla cui relazione si evidenzia che l’obiettivo di rendere il nostro Pianeta più sostenibile è molto lontano.
Tra i fenomeni di auto distruzione dell’ecosistema che per mano dell’uomo hanno registrato un’impressionante accelerazione, nell’ambiente terrestre si parla di vasti territori sommersi da colate di cemento, mentre per l’habitat marino ci si riferisce alle modifiche apportate dagli allevamenti ittici e dall’invasione della plastica di fiumi e laghi utilizzati per coltivazioni o allevamenti. Risultato di ciò: il 75%dell’ambiente terrestre ed il 66% dell’ambiente marino sono stati così gravemente alterati dall’uomo che la biomassa dei mammiferi selvatici è diminuita dell’82 per cento.
Specie a rischio di estinzione in Europa. In Europa le specie più colpite sono le allodole, la farfalla blu, gli scoiattoli rossi, i pipistrelli, la gazzella Dama, l’elefante di Sumatra ed è in atto una vera e propria moria degli impollinatori. Tra le cause dell’estinzione di massa, tutte riconducibili all’attività dell’uomo, gli esperti dell’Onu parlando di “un attacco senza precedenti alla natura”, mettono ai primi posti il cambiamento climatico.
La rivista Science ha pubblicato alcuni dati sui rischi per la biodiversità sulla base di numerosi studi sull’innalzamento della temperatura in seguito al surriscaldamento del pianeta. L’ipotesi più catastrofica, in assenza di correttivi significativi, è un aumento di 4,3 ° della temperatura in seguito al surriscaldamento del Pianeta, all’attuale livello di emissione dei gas serra e, il rischio estinzione entro il 2100 di una specie animale e vegetale su sei.
Specie animali e vegetali a rischio di estinzione. Ovviamente i danni maggiori di questa catastrofe ambientale si verificherebbero nelle zone del mondo dove è più alto il livello della biodiversità e sono maggiori le specie di animali e di piante, in particolare il riferimento è all’Australia, Nuova Zelanda e Sudamerica, fortunatamente non si parla di Europa.
Questo, però, non deve farci sentire più tranquilli, infatti quando si fa riferimento alla riduzione delle emissioni si intendono innanzitutto minori sprechi di energia e di acqua che possiamo fare tutti, basterebbe modificare con semplicità e leggerezza i nostri stili di vita!