Un’idea innovativa importante parte da Pisa, e precisamente dal CNR con sede nel capoluogo di provincia toscano. Si tratta del progetto cosiddetto “Bottom-Up”, ovvero “dal basso verso l’alto”, che mira a far crescere le imprese che vi aderiscono, in ispecie nel settore del manifatturiero. Il dott. Mario D’Acunto, che lavora presso il Dipartimento di Biofisica del prestigioso ente di ricerca, ormai da due anni guida il progetto, che ha avuto già risultati molto importanti. Nelle prossime settimane, D’Acunto incontrerà il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, Andrea Cioffi, che ha mostrato interesse per il progetto.
Il programma di innovazione, definito quindi “Bottom-Up”, mira a far crescere le aziende attraverso un percorso strutturato in 3 punti, che sono i seguenti: individuazione dei prodotti da innovare, creazione di un consorzio scientifico e la partecipazione a bandi nazionali ed europei che mirano ad attirare risorse dal Venture Capital. Quest’ultimo è l’apporto di capitale di rischio da parte di un investitore per finanziare l’avvio o la crescita di un’ attività, in settori che, generalmente, hanno un elevato potenziale di sviluppo. Il dott. D’Acunto, in questi ultimi anni, ha coinvolto decine di imprese nel suo progetto. Con tre di queste ultime ha avviato dei programmi di innovazione, i quali riguardano l’uso di nanotecnologie per migliorare i prodotti e l’intelligenza artificiale applicata al settore biomedicale. Punto fondamentale del progetto è stato quello di aver coinvolto gli istituti di credito, sia toscani che non, come la Cassa di Risparmio di Volterra. E sono proprio le banche ad essere il trait d’union tra le aziende e lo stesso CNR. La speranza dei ricercatori, è quella che si inneschi un percorso virtuoso che porti la ricerca a fare innovazione nelle Piccole e Medie imprese.
L’Italia è infatti indietro ad
altri Paesi europei per quanto riguarda l’innovazione nel settore industriale.
Questo, ha portato alla nascita di quelle che vengono chiamate PMI (Piccole e
Medie imprese), che molto spesso hanno difficoltà di sviluppare la ricerca in
modo del tutto autonomo. Come ha sottolineato lo stesso dott. D’Acunto, se si
sostengono queste realtà e i loro progetti, si potrebbero creare ulteriori
posti di lavoro, magari proprio per giovani ricercatori, e segni positivi nella
bilancia commerciale.