Gli alimenti biologici devono essere coltivati senza l’utilizzo di semi OGM, fertilizzanti o pesticidi sintetici, privilegiando metodologie tradizionali come la rotazione delle colture e i fertilizzanti organici (compostaggio o letame). Il biologico, per tanto, dovrebbe essere uno stimolo anche per rivalutare l’agricoltura dei nostri nonni, privilegiare il consumo dei prodotti locali e stagionali, puntare sugli acquisiti a km 0, salvaguardando ambiente, salute e portafogli.
Il cibo biologico non contrasta l’habitat della fauna selvatica e sostiene la biodiversità, fondamentale per la tutela del nostro pianeta. Il cibo geneticamente modificato e le colture intensive, si focalizzano al contrario sulla monocoltura ad alto rendimento: questo avviene con l’eccessivo utilizzo di prodotti chimici e lo sfruttamento smodato della terra, fino all’esaurimento della sua ricchezza produttiva.
Numerosi, invece, sono i benefici dei prodotti biologici come afferma nei suoi studi la celebre nutrizionista Michelle Schoffro Cook, che nei suoi libri è riuscita a dimostrare come il cibo biologico sia maggiormente saporito e ricco di principi attivi. Non essendo esposto al processo di maturazione artificiale con il gas, o coltivato con concimi e pesticidi sintetici mantiene le sue proprietà nutritive e non deposita tossine chimiche nel corpo, stimolando lo smaltimento di quelle già presenti e rinforzando le difese immunitarie e il metabolismo.
Le scelte di consumo quotidiane possono influire e cambiare le modalità di produzione di massa, che stanno impoverendo il suolo e inquinando le falde. Il cibo biologico non deve essere identificato come nutrimento d’élite, bensì dovrebbe essere visto come uno strumento per salvaguardare la propria salute e il pianeta. Spendere magari qualche soldo in più per l’alimentazione biologica in cambio di uno stile di vita migliore, per noi e per le generazioni future.