Libertà, democrazia, unità nazionale e Assemblea costituente sono state le parole chiave della nuova Italia risorta dopo la Liberazione dai regimi totalitari.
Giulia Giapponesi, regista bolognese, ha voluto ricordare la Festa della Liberazione ampliandone gli orizzonti presentando attraverso materiale di archivio e immagini di cronaca il film documentario “Bella ciao, per la libertà” evocando l’origine e la storia del famoso canto popolare simbolo della nostra Resistenza e della libertà.
Il canto è sempre stato associato alla lotta partigiana e alla Resistenza. Le parole del testo richiamano alla libertà, alla lotta contro le dittature e all’opposizione agli estremismi.
Il documentario evidenzia come “Bella ciao” da inno partigiano sia diventato un brano cantato dalle nuove generazioni di tutto il mondo che chiedono libertà e diritti. Il canto antifascista per eccellenza viene oggi invocato anche nel Donbass dai filorussi e ucraini.
Dopo due anni, segnati dalla pandemia, che hanno visto ricordare La Festa della Liberazione senza le tradizionali celebrazioni, lunedì 25 Aprile 2022 si tornerà a commemorare la fine del doloroso periodo storico italiano conclusosi con la vittoria delle forze alleate e la liberazione del territorio italiano occupato dalle forze naziste.
I programmi delle iniziative organizzate per non dimenticare gli orrori della guerra renderanno onore alla memoria dei caduti partigiani e offriranno spunti di riflessione sugli eventi che stanno lacerando Ucraina. È viva la speranza in tutti noi che si possa giungere al più presto a porre fine a questa continua ed inutile strage di innocenti.
Pur coincidendo con una pagina drammatica della nostra Storia, la Liberazione è stata sicuramente una grande festa di popolo.
L’origine di questa memorabile giornata risale al 1943, all’8 settembre del 1943 quando l’Italia firmò in segreto con gli Alleati l’Armistizio di Cassibile, trovandosi in condizione di cobelligeranza a fianco dell’amico ex nemico. Una scelta, questa, che provocò, con l’appoggio del governo collaborazionista fascista della Repubblica Sociale Italiana di Salò, l’occupazione nazista dell’Italia. Da quel momento iniziò nel nostro Paese una guerra di liberazione operata dalle truppe alleate, dal Comitato di Liberazione Nazionale e dall’attività partigiana. Il bilancio alla fine fu pesantissimo.
Finita la guerra venne indicata come data per festeggiare la Liberazione il 25 aprile, il giorno in cui il Comitato di Liberazione dell’Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dalle truppe nazifasciste.
Il 25 aprile 1945 segnò il culmine delle attività militari della Resistenza, la fine dell’occupazione nazista in Italia e la liberazione di tutto il territorio per effetto dell’azione congiunta delle forze alleate e di quelle partigiane.
Durante la Seconda guerra mondiale volontari, uomini e donne si armarono di coraggio e portando con sé i loro più stretti ideali iniziarono una lotta clandestina contro l’invasore. Era la guerra combattuta nell’ombra dalle formazioni partigiane.
Nel corso degli anni la Festa è stata ricordata, celebrata, discussa, esaltata e a volte quasi dimenticata. Il 25 aprile non racconta solo la Storia nazionale del secondo Novecento, parla anche un po’ di Noi italiani che abbiamo fatto la Storia del nostro Paese.
La Festa della Liberazione viene ricordata ogni anno attraverso racconti, dibattiti, documentari e film per non dimenticare chi ha dato la vita per la libertà e perché la data del 25 aprile 1945 è considerata la fase di partenza di un percorso verso la libertà, la democrazia e l’unità nazionale. La libertà è la più bella parola della democrazia. Essere uomini liberi e poter esprimere liberamente le nostre idee sono conquiste costate sangue. Oggi l’Italia è un Paese libero.